mercoledì 17 agosto 2011

Vivere adesso, vivere un'altra volta, vivere nel passato

Chiunque di noi almeno una volta ha pensato a quella sarebbe stata la sua vita ideale, in che epoca, in quale periodo..bè, non penso di essere l'unico a pensare che la sua collocazione temporale era nel passato, più precisamente, (visto che con ''passato'' si può intendere  anche il Paleolitico) a cavallo tra '800 e '900...''Ma come, senza tutti i vantaggi che abbiamo di quest'epoca?!Internet, viaggi più frequenti anche da un continente all'altro, più libertà di pensiero??!''
Ebbene sì. Sarà che lo dico un po' perchè sono ''un romantico d'amore'' ma vivere in un'epoca del genere, in una cittadina, chessò, di 2.000, 3.000 per me sarebbe stato il massimo. Nella nostra epoca, l'ambizione (per chi è ambizioso e io lo sono tanto), ci porta a fare delle rinunce a cose che magari avrebbero colmato tutta la nostra esistenza, magari si rinuncia ad un amore perchè si devono seguire determinate scelte e determinate strade: ad esempio, io vengo da un contesto familiare che mi porta a pensare ogni giorno ''cazzo, me ne devo andare un giorno da qui, devo studiare, devo fare soldi un giorno, lo devo a mia madre''. In un certo senso, si è obbligati. Se vuoi cambiare il tenore della tua vita e quelli che ti stanno più vicino. Vivere in un paesello a cavallo tra l''800 e i '900, probabilmente come massima ambizione per me avrebbe comportato sposare la donna che amavi. La prova più difficile? Conquistarla se magari era promessa ad un altro (i matrimoni scelti dai genitori, cosa assai frequente in una realtà Verghiana!). Certo, considerando anche da quale contesto sarei provenuto, ma la maggiorparte dei paesani all'epoca viveva di agricoltura, trasmessa di padre in figlio, quindi mi sarei adeguato, non c'erano assai smanie di ambizione, soprattutto per un proveniente dalla campagna..non avrebbe voluto fare il medico. E se anche in quell'epoca provenivo da una famiglia medio-povera, mi cercavo un lavoro manuale (cosa assai impobabile per noi giovani d'oggi), mettevo da parte il danaro necessario a vivere  dignitosamente e mi trovavo moglie. Non si ambiva a chissà che. Discorsi arretrati? Li vedo dal punto di vista ''romantico''. Andare all'osteria di paese la sera, bere i ''bicchierini'' con i compaesani amici, che si vedevano ogni giorno, rincasare dalla donna che m'aveva fatto totalmente impazzire, col suo fazzoletto accuratamente sistemato sopra i biondi capelli che luminavano al sole uscendo a fianco la madre la domenica, aver faticato per conquistarla, concederci ai balli di paese in onore del Santo, e farci ammirare da tutti. E altri pensieri che stranamente mi provocano una seccata nostalgia, nell'epoca in cui possiamo avere tutto se già l'abbiamo, altrimenti...per chi non si accontenta della vita che gli è stata data, ma vuole SCEGLIERLA, tocca un faticoso cammino, tanto di rinunce e non troppe sicurezze di ciò che speriamo, di ciò che SCEGLIAMO che un giorno possiamo avere.

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